IV ivi VI
Di nuovo l'identica casa, nulla di diverso, dev'essere una realtà vicina a quella che ho lasciato. Sembra tutto uguale, ma lo so, lo sento, non sono più lì. Potrei tornare da lei, so dov'è casa sua, ma non si ricorderebbe di me, non saprebbe neppure che esito, forse.
La donna di questa Terra non è la bimba che stavo baciando, non l'impiegata di quel giorno o colei che mi era apparsa nel foglio. Sarebbe solo un altro doppione sconosciuto che ignora la mia esistenza.
Dovrei provare dolore, credo, ma non sono un misero umano, so come spegnere le emozioni quando mi sono scomode. Rinchiudo la mia malinconi
III ivi III
Ripetizione
L'attimo dopo che sono entrato in questa realtà, il buco si è richiuso e il mondo da cui provenivo è "andato scomparso". Di nuovo restano solo i ricordi;
e la mia penna.
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Ribellarsi
-Quindi lui sarebbe me.- Afferma abbassando lo sguardo su quel masso grigio di pietra informe.
-Qualcuno che ti è molto vicino.-
-Poche balle, mi stai chiaramente dicendo che lui potrebbe essere me. Magari aveva un altro naso, i suoi occhi potevano essere azzurri, verdi o marroni, non come i miei, eppure sarebbe me.-
-Immagino troverai tutto questo improbabile.-
-Improbabile, già, o forse ag
II ivi II
Aggredire d'ingranaggi
Ritroso di un modello a cadere. Tutti, tutte, donne e uomini, non sono me. Anche prima mi sentivo diverso. Sapevo che c'era qualcosa di discorde. Così la penna ha cominciato ad andare da sola, perseguendo il tracciato dei miei pensieri, sfuggendo al mio controllo.
Da quando ho la certezza della mia diversità, da quando sono consapevole di appartenere ad un'altra specie ben più antica di quella umana, la mia condizione è completamente estraniata. Ascolto il sibilo dell'aria, qualcosa con cui gli umani convivono da sempre, qualcosa di talmente abitudinario da divenire sottofondo, stempe
I ivi I
Ξ - a principiO
Ribollivo di una strana carenza. Osservavo il tempo passare con lentezza, mentre tutti continuavano a ripetermi quanto fosse ingiusto, quanto la morte non fosse un gioco, quanto fossero disgraziati. Di tutti questi discorsi, devo dire, la mia mente ha recepito solo pezzi incompleti.
Per lo più mi appariva astruso il rapportare una vita alla sua morte, tanto più che mi sembrava infinito il tempo che mi separava dal giorno del mio collasso. Avevo come la sensazione di scorrere su di un binario diverso, separato rispetto ad altri: da una parte chi conteggiava gli anni di vita e dal